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lunedì 10 febbraio 2014

Sentimenti a fisarmonica: la bellezza dello slancio vitale

Due parole mi frullano da qualche settimana in testa: bellezza e fisarmonica. Il fil rouge che li lega è l’energia, quella chimica umana e ancor prima universale che attraversa il tutto passando dal nulla, che si esplica nell’infinito e si fa comprendere solo in parte nel finito.

 

Come una danza che prende forma in ogni passo, la fisarmonica si espande e si ritira come fanno costantemente i nostri organi e la nostra pelle a testimonianza di quel movimento senza il quale non esisterebbe vita e grazie al quale ogni pensiero, ogni azione, ogni sentimento è possibile. Vista da questa prospettiva, la bellezza non è altro che una fotografia scattata con curiosità, la stessa che spinge un bambino a intraprendere il suo primo viaggio nell’utero materno per vivere il mondo, a vincere le prime battaglie che rafforzano il suo sistema immunitario rendendolo da un lato più permeabile al rischio e dall’altro più forte nelle scelte.

 

Rischio e scelta sono ritmati costantemente dalla fisarmonica che sicura narra le emozioni del momento, quelle che nascono nell’istante in cui le dita si poggiano sulle bottoniere per dare respiro e creare armonie e che altro non sono che continue riproposizioni, vestite di nuovo dai sentimenti, dalla storia di ognuno di noi, dagli sguardi poggiati per caso e scomparsi nell’oblio dell’inconscio e da quelli che accompagnano ogni attimo del presente; e ancora dalle carezze ricevute e da quelle desiderate, dai profumi che fanno vibrare l’anima e da quelli che non evocano niente di ieri ma lo stesso parlano molto di domani. Questo strumento così affascinante e popolare ridà il gusto di provare: è insieme un graffio e un abbraccio, una certezza del “io voglio” e un’incertezza del “ci sono”. E così è lineare nel tracciare le contraddizioni della volontà e delle aspirazioni date dall’uso spesso dubbioso del nostro saper fare.

Non esiste un attimo in cui non si sia se stessi: anche quando si mente siamo comunque noi con le nostre paure, le nostre ansie e le nostre aspirazioni. Certo arrivati a un certo punto la nostra natura si mostra nella sua autenticità attraverso la consapevolezza che è giunto il momento di scalare la montagna, di superare le colonne di Ercole per trovare la propria dimensione.

Il sogno, quello a forma di luce e dolce “al palato” stabilisce la rotta, diventa la mappa della scalata e come accade per il cercatore dell’Alchimista, ci fa andare verso qualcosa che diventa man mano più chiaro e comprensibile svelando di passo in passo il nostro cammino. Quello che sappiamo è che esso è ciò che ci tormenta finché non viene definito e che ci fa muovere affamati di conoscenza e di contatti, che ci spinge ad abbattere i muri e a costruirne di più alti quando si ha paura di crederci fino in fondo e ci trasforma in attaccanti di razza che li supera e come leoni ci fanno andare sicuri verso la meta.

Credo che ognuno di noi dovrebbe avere almeno un sogno nella vita, un obiettivo importante da raggiungere, un motivo profondo che ci induca a metterci in discussione e a migliorarci sempre più in questo mondo che ad oggi, come sosteneva Voltaire è ancora il migliore dei mondi possibili.

 
http://youtu.be/ow6fueCOOlw

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