Come una danza che prende forma in ogni
passo, la fisarmonica si espande e si ritira come fanno costantemente i nostri
organi e la nostra pelle a testimonianza di quel movimento senza il quale non
esisterebbe vita e grazie al quale ogni pensiero, ogni azione, ogni sentimento
è possibile. Vista da questa prospettiva, la bellezza non è altro che una
fotografia scattata con curiosità, la stessa che spinge un bambino a intraprendere
il suo primo viaggio nell’utero materno per vivere il mondo, a vincere le prime
battaglie che rafforzano il suo sistema immunitario rendendolo da un lato più
permeabile al rischio e dall’altro più forte nelle scelte.
Rischio e scelta sono ritmati costantemente
dalla fisarmonica che sicura narra le emozioni del momento, quelle che nascono
nell’istante in cui le dita si poggiano sulle bottoniere per dare respiro e
creare armonie e che altro non sono che continue riproposizioni, vestite di
nuovo dai sentimenti, dalla storia di ognuno di noi, dagli sguardi poggiati per
caso e scomparsi nell’oblio dell’inconscio e da quelli che accompagnano ogni
attimo del presente; e ancora dalle carezze ricevute e da quelle desiderate, dai
profumi che fanno vibrare l’anima e da quelli che non evocano niente di ieri ma
lo stesso parlano molto di domani. Questo strumento così affascinante e
popolare ridà il gusto di provare: è insieme un graffio e un abbraccio, una
certezza del “io voglio” e un’incertezza del “ci sono”. E così è lineare nel
tracciare le contraddizioni della volontà e delle aspirazioni date dall’uso
spesso dubbioso del nostro saper fare.
Non esiste un attimo in cui non si sia
se stessi: anche quando si mente siamo comunque noi con le nostre paure, le
nostre ansie e le nostre aspirazioni. Certo arrivati a un certo punto la nostra
natura si mostra nella sua autenticità attraverso la consapevolezza che è
giunto il momento di scalare la montagna, di superare le colonne di Ercole per
trovare la propria dimensione.
Il sogno, quello a forma di luce e dolce
“al palato” stabilisce la rotta, diventa la mappa della scalata e come accade
per il cercatore dell’Alchimista, ci fa andare verso qualcosa che diventa man
mano più chiaro e comprensibile svelando di passo in passo il nostro cammino.
Quello che sappiamo è che esso è ciò che ci tormenta finché non viene definito
e che ci fa muovere affamati di conoscenza e di contatti, che ci spinge ad
abbattere i muri e a costruirne di più alti quando si ha paura di crederci fino
in fondo e ci trasforma in attaccanti di razza che li supera e come leoni ci fanno
andare sicuri verso la meta.
Credo che ognuno di noi dovrebbe avere
almeno un sogno nella vita, un obiettivo importante da raggiungere, un motivo
profondo che ci induca a metterci in discussione e a migliorarci sempre più in
questo mondo che ad oggi, come sosteneva Voltaire è ancora il migliore dei
mondi possibili.
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