Il sentimento del “tasso barbasso”
Cosa sente un filo d’erba quando viene
sfiorato dal vento? Cosa si prova ad essere un tasso barbasso in mezzo ad un
campo di grano, ad essere sempre parte dei movimenti della natura, del sole
cocente dell’estate e tiepido dell’inverno, della pioggerella primaverile e
delle burrascate autunnali, dei manti nevosi, del ghiaccio? Ama la stagione in
cui fiorisce? Oppure preferisce quella in cui si riposa? Cosa sente
attraversando il tempo, crescendo, invecchiando, seccando? Avrà paura della
luna o al contrario l’aspetterà ogni notte con impazienza? Riflessioni da
pseudofilosofo di fronte all’immensità delle domande tanto inutili quanto
comunque, lo stesso stimolanti. Le piante semplicemente si mostrano, non si
nascondono dentro agli abiti e in base alle loro caratteristiche evolvono in un
modo piuttosto che in un altro. Difficile stabilire se sentano emozioni; di
certo le suscitano nelle persone suggellando di esse gli eventi della loro
esistenza e sprigionano energia in quanto parte dell’universo. Io credo ci sia
un rapporto molto stretto tra il sentire dell’uomo e l’essere di un fiore, di
un albero, della natura. In particolare, il tasso barbasso mi incuriosisce per
la sua forma elegante più che per i suoi colori. E mi colpisce perché si dice
che serva per migliorare la respirazione e per curare “gli eccessi
dell’emotività per la sua capacità di calmare l’aritmia cardiaca e le
palpitazioni”(fonte internet: il benessere nasce dalle erbe). Il primo aspetto
è certamente interessante perché non sfruttiamo tutte le possibilità che ci
offre una buona respirazione. D’altra parte ci rendiamo conto di essa solo
quando abbiamo il naso chiuso, quando stiamo sottacqua per qualche secondo in
più, quando entriamo in luoghi dove c’è poco ossigeno o al contrario quando ci
troviamo in posti di particolare bellezza che ci spingono ad allargare i
polmoni per rubare un po’ di quell’immensità che si palesa davanti a noi. Il
secondo aspetto è legato alla forza emotiva. Un’emozione è un movimento energetico,
la poesia dell’anima che spinge e preme verso il mondo affinché si sappia ciò
che si sta provando. C’è un rythmos in ognuno di noi, una forza vulcanica e
narrativa che vuole essere interpretata, messa in prosa da chi sa accoglierla,
sia pure un estraneo, un essere mai visto e mai conosciuto prima che
semplicemente si trova al posto giusto
nel momento giusto. Al di là delle problematiche fisiche e dei suoi possibili e a volte necessari rimedi, i
sentimenti racchiudono la nostra capacità di far scorrere liberamente la nostra
energia, di vivere l’intensità del nostro sentire. È una strada quantomeno
ardua quella di medicalizzare la nostra poesia interna per cercare di
comprenderla meglio! Per chi ci riesce, chapeau!
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